domenica 1 luglio 2012

L’Asilo dei veleni 1.

Un agguato postumo

Venti giorni fa, forse un mese. Mi telefona una signora gentile de “La7”, la rete televisiva, dicendo che vogliono fare un’inchiesta sulla chimica in Italia e chiedendomi se sono disponibile per un’intervista. Io rispondo che in Cgil mi occupo di politica industriale ma non di chimica e che c’è una categoria che si chiama Filctem che ha tutte le competenze in materia. La signora, sempre gentilmente, mi dice che le risulta che io abbia fatto il sindacalista chimico un tempo e che loro vorrebbero parlare dei rapporti tra petrolchimico e città e che pensano di intervistarmi anche come ex sindaco. Alla fine accetto: non sono aggiornato sulle tendenze dell’industria chimica ma sul rapporto tra petrolchimico di Ferrara e città mi sento abbastanza preparato. “Devo venire io nei vostri studi?” “No, grazie, mandiamo noi una troupe in ufficio da lei”. Poi parlo al telefono con il segretario della Filctem Cgil di Ferrara dove la troupe è già stata e mi faccio aggiornare sulle strategie, sempre complicate, dei produttori presenti nel petrolchimico. Il segretario mi dice che gli sembra stiano girando un vero documentario sulla chimica italiana non solo qualche intervista.

Dopo qualche giorno si presenta in Cgil nazionale una vera troupe televisiva con tanto di regista, addetto al suono, diversi operatori e almeno 2 telecamere, forse 3. Capisco che non si tratta solo di un’intervista perché ci chiedono di poter allestire un set e di scegliere la sala dove sistemare un tavolo per l’intervista con le luci e le camere. Girano a lungo per il palazzo di Corso d’Italia 25 e scelgono la sala Santi, il luogo dove si tengono le conferenze stampa del Segretario Generale e le riunioni con i Segretari delle categorie e dei regionali, la cosiddetta “direzione”. I tecnici e il regista sono simpatici, andiamo a prendere un caffè insieme al bar interno.
Quando è tutto pronto arriva anche il giornalista. Si presenta, dice di essere il corrispondente del Sole 24 Ore da New York e di abitare lì da 30 anni. Si chiama Claudio Gatti. Ha in mano degli appunti che sta rileggendo. La serietà del giornale è tale che a me non viene nemmeno un piccolo dubbio su cosa c’entri il Sole con La7. Ci sediamo al tavolo e mentre ci microfonano chiacchieriamo liberamente.
La conversazione è su temi di attualità: l’Europa, la Grecia, la crisi finanziaria… e l’Italia. Non condivido le sue opinioni sul tema ma niente di male. Quando dice che negli Usa l’Italia passa per essere un paese di “pezzenti” che chiede sempre aiuto agli altri senza fare quello che dovrebbe lo trovo inutilmente offensivo. Conosco un po’ i pregiudizi “americani” su di noi ma detti da un italiano stonano molto. Che cosa mi vuol far capire? Che ha un’idea molto personale delle cose? Che non guarda in faccia a nessuno? Il corrispondente del Sole24 ore da New York che pensa cose del genere del suo Paese? Boh… mi resta una sensazione sgradevole addosso, ma la archivio. Comincia l’intervista.

I primi 3 minuti l’uomo mi chiede effettivamente qualche parere sulla chimica in Italia: domande generiche, risposte generiche. Poi dal quarto minuto colpo di scena. Improvvisamente apre una pagina del mio libro e legge un pezzo in cui parlo dell’Asilo di Via del Salice (altrimenti detto “Asilo dei veleni”) e l’intervista cambia completamente tono e argomento per i successivi 27 minuti. Lui mi accusa di aver costruito un asilo su una discarica pur sapendo che i terreni erano contaminati e di aver sperperato denaro pubblico. Cita date, rapporti, pareri a sostegno delle sue tesi. Io mi difendo per quel che posso, andando a memoria, senza avere la sua precisione e i dati sottomano, ovviamente. “No, quando abbiamo saputo che il sottosuolo era contaminato da Cvm, per indagini fatte da noi per precauzione, l’asilo era praticamente finito”. “No, l’asilo non è sul bordo dalla discarica come dice lei, ma più lontano”. “Certo che l’abbiamo tenuto chiuso, non siamo matti: abbiamo chiesto all’Istituto superiore di Sanità di rifare le indagini e decidere il da farsi. Faremo quello che dice l’ISS”. “Tutti sanno tutto: abbiamo fatto decine di assemblee pubbliche”.

Quando capisco che tutta l’intervista sulla chimica è una finzione e in realtà quel signore ha orchestrato una trappola contro di me solo sull’asilo è ormai tardi. Il responsabile dell’Ufficio stampa della Cgil, presente, mi dirà poi che avrei dovuto alzarmi e andarmene perché gli accordi non erano quelli. Io non ci ho nemmeno pensato e sono rimasto seduto a difendermi (con qualche affanno, immagino) dagli attacchi sistematici di Gatti, corrispondente del Sole24 Ore da New York. Mai avrei pensato a un agguato postumo sull’asilo con la vicenda ancora in corso.

A un certo punto scatta un altro colpo di scena preparato con cura degna di miglior causa. Il corrispondente del Sole24 Ore da New York sfodera la sua arma segreta per mettermi KO. Davanti a sé ha un Pc. Preme un tasto e lo gira verso di me dicendo di guardare e rispondere. Io guardo e cosa vedo? Non un funzionario dell’Onu che parla di questioni ambientali, non un dirigente Unicef che mi accusa di attentare alla salute dei bambini, non un premio nobel per la medicina che spiega il mio errore bensì, novello Savonarola, vedo la signora Marchi che in un filmato autoripreso attacca in un’assemblea pubblica il funzionario del Comune responsabile dell’ambiente (le cui risposte non si sentono) dicendo che il sottosuolo dell’asilo è contaminato.

Il colpo è davvero troppo pesante… Di fronte a tanta accusa circostanziata non riesco più a contenere l’attacco. Non serve che dica che quella scena l’ho vista mille volte e che secondo quella signora non si possono nemmeno asfaltare le strade senza creare un grosso rischio per la popolazione. Non serve che dica che i dati cui fa riferimento l’accusa sono stati accertati dal Comune e resi immediatamente pubblici. Nemmeno che l’Usl ci aveva autorizzato a costruire l’Asilo e poi ha cambiato idea. Tutto inutile. Prima la citazione del mio stesso libro, poi il documento filmato, sono alle corde… Gatti ha la faccia di quei Procuratori distrettuali che nei film americani stanno incastrando l’assassino. Mi fa molta rabbia e una certa pena. Non riesco a togliermi di dosso la sensazione di ridicolo: una messa in scena così costosa per incastrare un ex sindaco su una cosa che tutti conoscono a partire dalle opinioni della Marchi. E lui è venuto da New York per uno scoop del genere…

Il corrispondente da New York del Sole24 Ore mi dà qualche altro colpo ben assestato tipo “è vero che lei ha nominato il signor Maranini per un anno al vertice dell’Azienda Agea pur essendo questo signore stato multato per trattamento irregolare dei rifiuti?” Io non posso che farfugliare un inutile “e allora? Maranini era assessore alla salute nella giunta prima della mia, era un amministratore…” vedo negli occhi di Gatti che si stringono in chiaro segno di vittoria. Forse a New York una multa a un assessore significa condanna ai lavori forzati e l’allontanamento da ogni carica pubblica, ma non certo qui da noi, nel Paese dei “pezzenti”.

L’intervista è finita. Ci alziamo. Lui mi dice un professionale “arrivederci”. Io evito di dirgli quello che penso e me ne vado. Ora ci scherzo perché l’intera vicenda mi sembra ridicola, anzi grottesca per me e per lui che l’ha orchestrata, ma ero molto arrabbiato quella mattina.

Salgo in ufficio e telefono a un amico dirigente de La7 per cercare di capire cosa passa loro per la testa. Mi risponde che Gatti non lavora alla 7, che sta facendo un documentario che gli vuole vendere e che loro non usano certo quelle tecniche e che si scusano del fatto che Gatti si sia comportato così (la parola usata per descrivere cosa pensa di Gatti non posso riportarla per decenza). Chiamo anche un dirigente del Sole24 Ore che mi dice che quel signore non sta lavorando per il giornale e che gli dispiace quello che è accaduto. Chiamo infine, per sbollire la rabbia, un direttore della Rai che commenta che probabilmente è uno che vuole imitare la Gabanelli senza averne le capacità.
   
Ancora furibondo scendo a mangiare alla mensa della Cgil dove trovo alcuni della troupe seduti a tavola. Mi siedo a mangiare vicino a loro. Sono gentili e mi sembrano a disagio. Mi spiegano che hanno girato in diversi petrolchimici italiani ma il Gatti ha deciso che lo scandalo di inquinamento era a Ferrara. “A Ferrara? Ma se siamo l’unico sito in Italia che ha iniziato le bonifiche dell’area chimica industriale…” Loro mi guardano imbarazzati. Mi parlano di un signore con barba e capelli bianchi particolarmente “invelenito” contro l’asilo e contro il Comune, con cui Gatti ha avuto molto a che fare. “Quello lo conosco bene… eravamo a scuola insieme”, ho risposto. Loro mi hanno guardato ancora più perplessi. 

Tre o quattro giorni dopo (era il momento della modifica della Legge sul Mercato del lavoro al Senato, se non ricordo male, ed ero piuttosto impegnato in Cgil) ho chiamato un dirigente del Comune di Ferrara pregandolo di aiutarmi a ricordare qualche dato preciso sulla vicenda dell’Asilo dei veleni e ho avvertito il Sindaco di quello che era accaduto. Ho informato anche la Segretaria Generale della Cgil che se per caso avesse visto in TV un’intervista, svolta in Cgil, su una vicenda di “avvelenamento di bambini”, non era colpa mia.

Avute le informazioni che mi mancavano ho pensato fosse corretto avvertire il corrispondente del Sole 24 Ore da New York di come stavano (secondo me) le cose.
Metto di seguito lo scambio di mail intercorse perché mi sembra esemplare di una certa deontologia professionale… Nel frattempo c’è stato il terremoto in Emilia.

La mia prima:

Gentile Dr. Claudio Gatti,
Anche se le giornate sono piuttosto impegnative per il Comune di Ferrara, come Lei può immaginare, ho chiesto ai dirigenti competenti di riaprire la documentazione relativa alla vicenda dell’Asilo di Via del Salice e ricostruire la sequenza temporale e causale della sua costruzione e ultimazione.
Ho inoltre parlato con il Sindaco, Avv. Tiziano Tagliani, della sgradevole esperienza avuta con Lei.
Ora sono in possesso di tutta la documentazione del caso e di una ricostruzione dettagliata e ufficiale che smentisce la Sua tesi (ma forse dovrei dire pregiudizio) circa il fatto che noi avremmo costruito l’asilo SU una discarica e NONOSTANTE la conoscenza di inquinamento nel sottosuolo (delibere, piano particolareggiato, conferenze dei servizi, verbali delle commissioni consiliari, pareri positivi dell’Usl e dell’Arpa, i verbali del gruppo di lavoro costituito presso la Regione Emilia Romagna, le assemblee con i cittadini della zona Est, ecc.). L’asilo dista infatti 372 metri dalla discarica e la scoperta di presenza di Cvm nell’area risale, per merito di indagini comunali, all’autunno inverno 2008, a costruzione dell’asilo ormai completata.
Naturalmente, se Lei mi avesse avvertito del tema che intendeva trattare, avrei potuto fornire maggiori particolari “a mia difesa” già durante l’intervista. Ma Lei ha preferito ricorrere a un tranello invece che a un’inchiesta professionalmente corretta.
La prego di credere che non ho nulla contro un certo giornalismo aggressivo che appuri e disveli la verità quando le autorità la vogliono nascondere. Ma non è questo il nostro caso. Il Comune di Ferrara ha avviato fin dal 1999, per primo dal dopoguerra in Italia e alla luce del sole, le caratterizzazioni e le bonifiche sia delle aree industriali chimiche, sia delle aree inquinate lontane dagli insediamenti.
Resto a sua disposizione per fornirLe ulteriori informazioni, così il Comune di Ferrara nei suoi dirigenti, nei suoi assessori e nel suo Sindaco che ci legge in copia.
Il Sindaco è stato informato di quanto accaduto e tutelerà l’immagine della città nonché la correttezza istituzionale dei suoi amministratori contro ogni possibile diffamazione. Ho personalmente avvertito la Segretaria generale della Cgil e l’ufficio Legale della Cgil Nazionale di quanto accaduto poiché Lei ha ritenuto indifferente, sbagliando, l’uso dei locali del Palazzo di Corso d’Italia per un’intervista su fatti che non riguardavano in alcun modo l’attività sindacale e l’industria chimica, come mi aveva voluto far credere.  Malgrado non condivida le Sue opinioni (a partire dalle considerazioni sull’Italia come “paese di pezzenti” fatte da Lei prima dell’intervista) e il Suo modo di fare inchieste con esito predetrminato, Le propongo, se è disponibile, un supplemento di indagine da svolgere a Ferrara “coram populo” sull’intera vicenda.
Mi risulta tra l’altro che sia imminente il responso dell’Istituto Superiore di Sanità cui abbiamo affidato, come Le ho detto, l’ultima parola sui dati di inquinamento, i rischi per la salute e la possibilità di aprire l’Asilo.
Distinti saluti

Ed ecco la sua immediata risposta:

Dottor Sateriale,
 evidentemente il Suo ego prevale sulla coscienza del dramma che sta vivendo la Sua citta’. Tanto da spingerLa in questo momento di emergenza a chiedere al suo successore di dedicare tempo, energie e risorse pubbliche in qualcosa che serve solo il Suo interesse personale. 
Aggiungo anche che sono io a trovare sgradevole il fatto che Lei mi attribuisce parole da me MAI pronunciate – non ho mai detto che l’Italia e’ un “Paese di pezzenti”, ho parlato, cosa ben diversa, del fatto che lo Stato oggi e’ costretto a “mendicare” soldi al mercato.
Altrettanto sgradevoli sono la sua ricostruzione del tutto inaccurata di quello che ho fatto e detto, la sua accusa di averle teso “un tranello”, di avere una “tesi” precostituita o peggio un “pregiudizio”, e ancor piu’ le sue neppure troppo velate minacce di improbabili azioni legali da parte dell’attuale amministrazione comunale di Ferrara (che non si capisce perche’ lei coinvolge in una questione legata alla sua gestione), o – cosa ancora pu’ incredibile – la Cgil Nazionale.
Infine sgredevolissimo e’ il fatto che Lei abbia ritenuto di condividere con l’attuale Sindaco questa sua personale ricostruzione del nostro incontro oltre che i suoi commenti sulla mia professionalita’.
Detto questo, anziche’ inviare messaggi inconcludenti a persone che non hanno nulla a che vedere con la nostra intervista (come e’ l’attuale sindaco Tagliani) la invito a inviare a me una nota che illustri tutto quello che ritiene di non essere stato in grado di dirmi sulla vicenda in quanto “non preparato”. Saro’ lieto di prenderla nella dovuta considerazione.

Cordiali saluti
Claudio Gatti

A me questa mail è parsa scritta da una persona che non sa come funzionano le istituzioni in Italia e ho cercato di farglielo capire con una mail successiva che consideravo “riconciliante”.

Via, Dottor Gatti, non sia gratuitamente offensivo. Io mi sono preso le mie scosse e sono scappato in strada quattro o cinque volte come tutti i miei concittadini e quindi conosco dall’interno “il dramma che sta vivendo la mia città”, non mi venga a dare lezioni di senso civico. Se in questi giorni ho parlato almeno una decina di volte con il Sindaco Tagliani (che è stato mie vice sindaco per 6 anni) e con gli assessori (che sono stati miei assessori) e con i dirigenti non è stato certo per parlare della Sua intervista (o per “mio interesse personale”).
Ma vorrei, “pacatamente”, segnalarle che le amministrazioni locali non funzionano come pensa Lei:
1.     Io ho dovuto rispondere  personalmente e pubblicamente di decisioni prese dall’amministrazione precedente per anni, come è naturale (legga il capitolo sul nuovo Ospedale che c’è nel mio libro se ha un po’ di tempo, o quello sulla Coop Costruttori). il Sindaco Tagliani farà la stessa cosa perché toccherà a lui nei prossimi mesi decidere se aprire o non aprire l’Asilo.
2.     Gli atti ufficiali di cui Le ho parlato (e di cui mi assumo certo la piena responsabilità politica) sono firmati da almeno una ventina di dirigenti e quadri del Comune che sono tuttora in funzione e rispondono di quegli atti di fronte ai magistrati.
3.     Se Lei accusa me di aver costruito un Asilo sapendo che avrebbe messo a rischio la salute dei bambini, accusa necessariamente anche loro. Io non Le faccio nessuna “velata minaccia”, La informo di una cosa del tutto ovvia e certa: che il Comune di Ferrara si tutelerà rispetto a quello che Lei dirà della città e delle decisioni prese dall’Amministrazione comunale (passata e presente perché si tratta di decisioni e di atti che sono tuttora vigenti e in attesa di conclusione).
4.     Se non avessi informato il Sindaco Tagliani di quella intervista me ne avrebbe certamente e giustamente chiesta la ragione (se vuole avere un’idea dei rapporti professionali e di lealtà personale che ci sono fra noi dia un’occhiata al capitolo che ho scritto sulla morte di Federico Aldrovandi)
5.     Veniamo alla Cgil, dove ricopro il ruolo di coordinatore della Segreteria Generale. Questa non è colpa Sua, nemmeno colpa mia. Ma se avessi conosciuto prima il tenore della Sua intervista non avrei certo accettato di farla nella sala della Direzione nazionale dove di solito si tengono le conferenze stampa.
6.     Secondo Lei, come avrebbe reagito la Segretaria Generale se avesse visto in tv un’intervista fatta in Cgil al suo più diretto collaboratore che viene accusato a dir poco di trascurare i problemi di inquinamento ambientale se non la salute dei bambini? Mi avrebbe come minimo chiesto perché non era stata avvertita. Ecco perché ho dovuto scusarmi di aver coinvolto la Cgil in una vicenda in cui la Cgil non c’entra. Ed ecco il motivo per cui anche la Cgil tutelerà la propria immagine.    

Detto questo, mi scuso se ho frainteso il senso delle Sue parole sull’Italia. Avevo colto un accenno di disprezzo sia verso l’talia che verso la Grecia che mi fa piacere sapere non esiste. Invece sono convinto che Lei ha fatto una indagine a senso unico, senza approfondire tutti gli aspetti e controllare gli atti, altrimenti anche Lei saprebbe che la costruzione dell’Asilo a 372 metri dalla vecchia discarica è stata autorizzata anche dall’Usl e dall’Arpa e che la presenza di Cvm è stata da noi accertata (e da noi resa pubblica nelle conferenze stampa e nelle assemblee con i cittadini del quartiere)  nell’autunno inverno 2008.
Io torno a proporle di ripassare per Ferrara, di parlare con gli attuali amministratori e dirigenti e di dare un’occhiata agli atti pubblici e consultabili e poi decidere cosa fare. Se vuole L’aiuto a fissare un incontro.

Buona giornata.

Ma mi sbagliavo sull’effetto riconciliante della mia mail. Infatti il Gatti mi ha immediatamente risposto che toccava a me difendermi, se volevo, non certo a lui cambiare idea. Certo lui avrebbe alla fine valutato e il tutto e tratto il suo giudizio. Ma negli Usa il pubblico ministero e il giudice non hanno carriere separate?

Dottor Sateriale,
anziche' tentare di insegnarmi il mestiere Le rinnovo l'invito a mandarmi una Sua nota in cui aggiunge/corregge informazione sulla questione dell'asilo.In modo che abbia modo di valutare il tutto.
A proposito: ha letto l'articolo a pagina 31 de la Nuova Ferrara di ieri? Glielo segnalo nel caso Le sia sfuggito. Si legge che "l’ex responsabile del Settore Ambiente del Comune Alberto Bassi, il progettista dell’asilo      Luca Capozzi e il direttore dei lavori Gianni Squarzanti" sono stati rinviati a giudizio e "devono rispondere di gestione non autorizzata di rifiuti per il “pasticcio” di via del Salice".
Cordiali saluti. CG

A questo punto confesso che mi sono stufato. Avevo altro da fare che andar dietro alle inchieste del corrispondente del Sole 24 Ore da New York in missione speciale in Italia. Il Sindaco mi ha detto che avrebbe invitato il giornalista a venire a Ferrara e approfondire la cosa sul campo e tanto mi è bastato. Facesse il Gatti quello che voleva del suo documentario e della sua intervista. Tiziano mi ha anche informato che il responso dell’Istituto Superiore di Sanità sull’Asilo è imminente. Bene. Anni fa, di fronte agli atteggiamenti contraddittori e discutibili della Usl di Ferrara, avevo deciso che l’ultima parola toccava all’ISS. E così la penso ancora: staremo a vedere.  
Un paio di settimane dopo è arrivata la relazione dell'Istituto Superiore di Sanità.

3 commenti:

  1. Stefano Lolli (Il Resto del Carlino)mi scrive questo commento interessante che volentieri pubblico.
    "Mia madre diceva: bello, ma non mi "finisce". Era un classico quando qualcosa non la convinceva. Ed alla fine ha convinto anche me, che pure sono diffidente a targhe alterne (ovvero un giorno prendo una cantonata, quello successivo mi faccio appena più furbo). Nella vicenda dell'Asilo dei Veleni, è stato un po' così. Ci sono stati giorni in cui sembrava davvero che la scelta del Comune fosse stata dettata da una lucida (?) follia, altri in cui non pareva che la scuola fosse stata realizzata (deliberatamente) su terreni appestati. In ogni caso, è stato un mezzo pasticcio. Ma di qui a tentare un agguato all'agguatabile Sateriale, forse ce ne corre. Ed allora dico io un po' di cose, e non solo perchè sento un pizzico di coinvolgimento in questa vicenda. Il primo giorno in cui Marzia Marchi di Legambiente è venuta ad esprimermi le proprie perplessità sull'ubicazione dell'asilo di via del Salice, di terreni inquinati, Cvm e altre schifezze non se n'è minimamente parlato. E non perchè l'ecologista tenesse gli assi nascosti nelle maniche (fra l'altro era estate, ed aveva un abitino a "giro"): i problemi evidenziati in quella fase erano esclusivamente di natura viabilistica. Perchè la scuola, raccontava la Marchi, sarebbe stata costruita in una sorta di "cul de sac", costringendo i genitori ad arrivare in auto dentro una specie di budello. Nessun altro timore, nessun altro rilievo. Mesi più tardi, a scatenare l'inferno e sollevare il caos fu un articolo (mio, per la cronaca) nel quale il dirigente del Servizio Ambiente del Comune Alberto Bassi rivelava, dati alla mano, le concentrazioni altissime di inquinanti nella zona: dicendo, più o meno testualmente, che la situazione pur solo potenzialmente sembrava quella di Bhopal in India o comunque dei siti più inquinati al mondo. Solo a quel punto, da una sorta di torpore letargico, si sono svegliati i vari Gasparini, Tavolazzi e grilli vari, e Marzia Marchi ha scoperto che sotto il "cul de sac" c'era una situazione da "cul" e basta. Insomma, l'allora sindaco Sateriale avrebbe dovuto prendere il proprio dirigente e licenziarlo in tronco? Nel suo libro non lo scrive, forse in qualche momento lo ha pensato. Ma intanto questa era la prima cosa che non mi "finiva", che cioè la denuncia ecologista non era stata fatta dagli ambientalisti ma dal dirigente all'Ambiente. (fine prima parte...)"

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    1. aspetto la tua seconda puntata Stefano, mentre preparo la mia.
      A commento del tuo commento mi sono ricordato che, invece, le prime obiezioni che ho ricevuto io sull'Asilo riguardavano il rumore. "Come si fa ad abitare vicino a un luogo dove i bambini urlano tutto il giorno?" si chiedeva un comitato di cittadini della zona. Inutile dire che quella "petizione popolare" è finita rapidamente nel cestino. Si dice tra l'altro che tra i firmatari ci fosse un ex dirigente della Usl... (non c'è bisogno che aggiunga altro, soprattutto a te)

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  2. Via del Salice, ora i 'veleni' corrono sul blog
    QN - Il Resto del Carlino del 03/07/2012 ed. Ferrara p. 8

    NEPPURE il tempo di sgombrare il campo dai veleni autentici (il Cvm) grazie al parere dell'Istituto Superiore di Sanità, ed in via del Salice arrivano quelli... metaforici. Anzi, televisivi. Protagonista inconsapevole l'ex sindaco Gaetano Sateriale, che denuncia il «tranello» tesogli dal corrispondente del Sole 24Ore da New York Claudio Gatti: all'inizio di giugno, racconta l'ex sindaco sul proprio blog e su Facebook, il giornalista gli ha chiesto un'intervista «sulla chimica in Italia» nella sede romana della Cgil dove ora Sateriale lavora come coordinatore della segreteria nazionale. «Ad un certo punto mi ha accusato di aver costruito un asilo su una discarica pur sapendo che i terreni erano contaminati e di aver sperperato denaro pubblico - scrive Sateriale -. Cita date, rapporti, pareri a sostegno delle sue tesi». Lo sfogo prosegue: «Una messa in scena così costosa per incastrare un ex sindaco su una cosa che tutti conoscono a partire dalle opinioni di Marzia Marchi di Legambiente - incalza Sateriale -. E Gatti è venuto da New York per uno scoop del genere». Il blog di Sateriale (mentelocalegs.blogspot.com per chi volesse leggerlo nell'interezza, ndr) prosegue riportando anche la corrispondenza molto aspra tra l'ex sindaco ed il giornalista: «Non ho nulla contro un certo giornalismo aggressivo che appuri e disveli la verità quando le autorità la vogliono nascondere», scrive Sateriale aggiungendo di aver riferito l'accaduto a Tagliani ed alla segretaria della Cgil Susanna Camusso ipotizzando anche la tutela sia del Comune che del sindacato contro ogni possibile diffamazione. Replica Gatti: «Evidentemente il suo ego prevale sulla coscienza del dramma che sta vivendo la sua città, tanto da spingerla in questo momento di emergenza a chiedere al suo successore di dedicare tempo, energie e risorse pubbliche in qualcosa che serve solo il suo interesse personale». Mentre nell'asilo di via del Salice: nel quale, hanno chiarito nei giorni scorsi gli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità, non c'è traccia di rischio. Idem per la salute dei residenti nel Quadrante Est. Oltre che sul blog ('velenoso') di Sateriale, ieri il caso è tornato in Consiglio durante il question time: Enrico Brandani di Futuro e Libertà ha chiesto conto a Tagliani «del fatto che per una sorta di 'terrorismo psicologico' attuato pervicacemente da poche persone, la scuola sia chiusa da due anni e mezzo. Forse aprirà a settembre, forse nel 2013: i bimbi che si erano iscritti per frequentare l'asilo sono già alle elementari». Brandani ha invitato il sindaco, provocatoriamente, «a presentare il conto agli ambientalisti, non solo per le migliaia di fotocopie di documenti richiesti, per le giornate di lavoro di funzionari e dipendenti del Comune, per l'affitto delle sale in cui si sono svolti gli incontri nei quali lanciavano le loro accuse che ora risultano totalmente infondate». Stefano Lolli

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