mercoledì 4 luglio 2012

L'Asilo dei Veleni 2.

 Ferrara batte New York: 4 a 0

L'altra settimana il sindaco Tagliani mi ha gentilmente informato che era arrivata la relazione dell'Istituto Superiore di Sanità sull'Asilo di Via del Salice e che lui avrebbe fatto una conferenza stampa sul tema, poiché era intenzionato ad aprire l'asilo.

Il giorno dopo Stefano Lolli (l'inventore, credo, anzi ne sono sicuro, del titolo "Asilo dei Veleni") scriveva un pezzo molto serio che riporto per documentazione:

«Via del Salice, niente tracce di Cvm»
QN - Il Resto del Carlino del 27/06/2012 , articolo di STEFANO LOLLI  ed. Ferrara  p. 7

L'Istituto di Sanità esclude «rischio tossico e cangerogeno». Tagliani: «Si apre»

di STEFANO LOLLI «COMPLETA assenza di rischio sia tossico che cancerogeno». Un imprimatur di otto parole: l'Istituto Superiore di Sanità certifica, dopo due anni di studi e monitoraggi, che per l'asilo di via del Salice non sussiste alcuna contaminazione da Cvm. Nè all'interno della scuola, né nelle aree circostanti: e la presenza del temuto cloruro di vinile monomero è esclusa «anche nelle abitazioni più vicine alle discariche dismesse - spiegano gli esperti -, e con falde affioranti». Perciò il sindaco Tiziano Tagliani ha annunciato ieri «l'intenzione, confortata da dati certi e incontrovertibili, di aprire l'asilo: vanno completati i lavori che l'azienda, dopo la rescissione del contratto, ha lasciato incompiuti. Opere impiantistiche e la sistemazione del parcheggio, per un ammontare di 300mila euro già a bilancio». Questi lavori saranno banditi a breve e prudentemente, evidenzia il direttore tecnico del Comune Fulvio Rossi, «si potrà aprire la scuola subito dopo le festività natalizie». Del resto già nel 2009, prima dello stop clamoroso da parte dell'Azienda Usl, l'asilo del Salice doveva partire a gennaio. «Vista l'indisponibilità dell'Aquilone per il sisma, quei 120 posti sono preziosi come l'oro», sottolinea Tagliani. Via libera dunque alla scuola d'infanzia, e dati «sostanzialmente rassicuranti» come recita la nota dell'Istituto Superiore di Sanità anche per l'intero Quadrante Est. L'indagine epidemiologica non ha evidenziato problemi di salute per i residenti: «Resta evidentemente la criticità del dato ambientale legato alla presenza delle vecchie discariche - afferma l'assessore Rossella Zadro -: proseguiranno dunque le attività sia di caratterizzazione che di bonifica, per cui sono stati previsti progetti e finanziamenti per oltre 2 milioni di euro». Verrà attuata la «captazione del percolato della discarica - spiegano gli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità -, così da intervenire anche strutturalmente sul problema di fondo dell'area». Sapendo però «che il Cvm non è stato rilevato in atmosfera e neppure sui terreni - conclude Tagliani - e che le discariche non influiscono in alcun modo sull'asilo del Salice».

Dopo questo articolo mi hanno scritto in molti. Mascia, l'assessore all'ambiente di allora. E Raffaele, l'assessore all'urbanistica. Le mail erano scherzose ma contenevano interrogativi inquietanti. "Chi ripagherà le famiglie ferraresi degli anni in cui non hanno potuto portare i loro figli all'Asilo di Via del Salice senza alcun motivo fondato?" Nessuno, ovvio.
"Ci verranno a chiedere scusa Gasparini e Marchi degli insulti che per anni hanno ripetuto contro di noi sostenendo che volevamo avvelenare i bambini?" Non verranno, questo è poco ma sicuro.
E aggiungo io: "Quel giornalista arrivato dagli USA per fare un documentario inchiesta sullo scandalo dell'asilo e sull'inquinamento chimico a Ferrara, senza informarsi compiutamente, mi manderà una mail dicendo che gli dispiace aver preso una cantonata?" Non lo farà certamente...

Quindi ci dobbiamo consolare da soli. Ricordando gli episodi e le partacce di  protagonisti e comparse. E il finale della commedia in cui tutto si sistema.

Uno dei ruoli più inquietanti in commedia lo gioca la Usl locale. Bravi professionisti, con cui abbiamo sempre lavorato bene, che a un certo punto (dopo aver autorizzato la costruzione dell'asilo in quel posto preciso), cambiano idea e cominciano a dire che c'è rischio per i bambini e quindi non va aperto. Giuro che i nomi non li ricordo, ma persone in buona fede. Che improvvisamente cominciano a non ragionare professionalmente. Ora mi dicono siano andati in pensione. Meglio così: la pensione aiuta a rendere i ricordi più sfumati e guardare le vicende da lontano, anche le proprie.

Ricordo una riunione a Bologna con i tecnici dell'Arpa e dell'assessorato alla salute. I nostri della Usl a dire che dai dati non si poteva escludere che ci fosse rischio e  quelli della Regione che (giustamente) rispondevano che il rischio va quantificato. Scientificamente non esiste il rischio uguale a 0. Perché per nessun mambino (o anziano) che esce di casa la mattina si può stabilire un rischio da inquinamento (o da incidente o da malattia) uguale a 0. E loro che continuavano a nascondersi dietro la frase "non si può escludere che ci sia il rischio" e quindi, per precauzione, bisognava non aprire l'asilo.
Una piccola riflessione su quella frase. Non solo è priva di senso scientifico, è anche priva di buon senso comune. E' una deformazione del "principio di precauzione" in un atteggiamento dialettale del tipo "an's pòl mai saver cusa pòl capitar..." che indurrebbe chiunque a starsene a casa propria per non incorrere i rischi "non escludibili". Poi c'era un'altra cosa che mi irritava molto nell'ascoltare i dirigenti della Usl di Ferrara in quella riunione. Se c'erano rischi c'erano per tutti: perché volevano tenere chiuso l'asilo e non il centro sociale che sta lì accanto? I rischi per anziani non sono degni di essere presi in considerazione dalle autorità sanitarie locali?
La mia impressione era che quei tecnici, molto equilibrati nel gestire problemi ambientali o epidemiologici complessi, come avevo verificato tante volte, in quel caso rispondessero più ai titoli dei giornali e alla cautela personale che non alla correttezza professionale. Me ne sono lamentato con il Direttore della Usl di allora, ma anche lui si è barcamenato dicendo che non poteva intervenire sui suoi dirigenti. Singolare questo atteggiamento: a un sindaco spesso si richiede di correggere le decisioni formali di giunta e consiglio, ma un direttore di un'azienda non può correggere le opinioni espresse dai suoi dirigenti?
Poi c'è stato anche un episodio sgradevole di una lettera della Usl che conteneva firme non pertinenti con il tema.
Qualcuno è venuto a dirmi successivamente che in realtà c'era un vecchio dirigente della Usl che abitava di fronte all'asilo e li teneva sotto pressione perché non voleva che la presenza dell'asilo (con i bambini e le auto delle madri) sconvolgesse la serena vita del quartiere. Ma non ho elementi certi per sostenerlo. Altri hanno cercato di buttarla in politica: un certo ex dirigente Usl amico di un dirigente Usl vicino a posizioni di un consigliere di opposizione noto per le sue piazzate contro la Giunta. Ma anche su questo non ho nessuna prova.
A me la spiegazione sembra molto più semplice: un comportamento pavido da parte di pubblici ufficiali. E questo non va bene.

In quella riunione a Bologna ho cominciato (per la prima volta) a pensare che dell'Usl non ci si potesse fidare e mi è venuta l'idea di chiedere all'Istituto Superiore di Sanità di misurare il rischio, visto che i nostri non se la sentivano.

Poi ci si sono messi i comitati ad amplificare i timori. Non a sollevare dubbi, in questo caso, ma a sparare contro l'asilo che avvelena i bambini. Ma i comitati di queste campagne ne hanno fatte molte e non avrebbero potuto bloccare l'apertura di un asilo nuovo di zecca se non ci fosse stata la "complicità" più o meno oggettiva dei dirigenti della Usl di allora. Anche perché noi abbiamo sempre parlato pubblicamente della vicenda, in assemblee piene di gente in cui abbiamo spiegato che quell'area era contaminata dalla discarica, che bisognava fare analisi, quali erano i risultati e quali le nostre decisioni. In piena trasparenza. Chissà se la Marchi e Gasperini hanno raccontato a Claudio Gatti da New York che quelle assemblee le aveva indette il Comune e non loro. E che la gente si è fidata di quello che il Comune diceva e non ha creduto alla loro interpretazioni dei fatti e dei dati.

Caro Gatti, la gente si preoccupa, questo è comprensibile e giusto. Ma si fida delle istituzioni locali, quando si comportano in maniera trasparente. Questo è importante. Forse è l'unico collante rimasto tra gli elettori e gli eletti. Malgrado l'antipolitica e un giornalismo che non cerca la verità ma lo scoop.

Ma questi sono tutti fatti già accaduti e passati: solo ricordi di vecchi mal di pancia.
Ora siamo di fronte alla relazione conclusiva dell'Istituto Superiore di Sanità che ha fatto indagini per molti mesi sia nell'asilo che nelle abitazioni vicine. Si può trovare  in Iternet. Dopo molte pagine di dati, la conclusione sta in una riga: "nell'Asilo Nido, struttura chiusa e disabitata, si evidenzia la completa assenza di rischio sia tossico che cancerogeno", la sottolineatura è nella relazione dell'ISS.

Ora l'asilo si può aprire e abitare. E' un asilo bellissimo. Spero che qualcuno si ricordi di  invitarmi per la sua apertura (cosa che non è accaduta per l'Ospedale di Cona).


  


  




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